CENSUS
Atto del censimento e classificazione dei cittadini nell'antica Roma con il quale si registravano dichiarazione, stima degli individui e delle loro proprietà e loro classificazione in gruppi che determinavano il ruolo fiscale, militare e politico. Presente già nelle classi soloniane ad Atene (VII secolo a.C.), l'istituzione accentuò l'aspetto fiscale in età ellenistica. La tradizione ne attribuisce a Servio Tullio l'introduzione a Roma: un tributo ex capite, cioè, per persona (capitazione) fu sostituito da uno proporzionale al censo, cioè alla collocazione dei cittadini in cinque classi, suddivise in centonovantadue centurie, alle quali si aggiungeva la centuria dei proletari che continuavano a essere capite censi, censiti, cioè, solo come persone e non come soggetti fiscali: essi, non potendo armarsi a spese proprie, erano esentati dal tributo e dal servizio militare (infra classem). Nell'ordinamento censitario doveri e diritti erano distribuiti proporzionalmente alle capacità economiche. Le prime classi, distribuite in un più alto numero di centurie, erano più spesso chiamate alle armi e avevano un maggior riconoscimento politico, poiché nell'assemblea centuriata il voto era computato per centuria. Il censimento, dopo la guerra sociale, si estese a tutte le città italiche. Augusto organizzò il primo censimento per le province dell'impero (6 a.C.).
eXTReMe Tracker